Non sono solo "scherzi tra ragazzi" - Combattere il fenomeno del bullismo

A cura di Stefano Pattaro, Responsabile Area Persona C.S.S.A. 

Nel panorama dei fenomeni sociali tristemente emergenti ritroviamo, nelle cronache dei nostri giorni, il fenomeno del bullismo. Tutti noi siamo stati testimoni e/o attori nel corso della nostra crescita di vissuti che hanno riguardato questo fenomeno che in passato si catalogavano come episodi, quasi normali, di violenza verbale e non collegati a differenze di età o di posizione all’interno dei diversi gruppi.

 

Nelle nuove generazioni questo fenomeno sembra quanto mai amplificato tra i gruppi di pari in cui i nostri bambini e ragazzi si trovano a crescere. L’avvento delle nuove tecnologie ha generalizzato il problema inserendo la variabile “connessione continua” per cui si verifica una costante esposizione delle vittime ai “bulli”. 

 

Nel 2016 il fenomeno è stato analizzato dal Censis come “Bullismo e Cyberbullismo” e i dati sono risultati di evidenza rilevante:

 

  • il 52,7% degli 11-17enni nel corso dell’anno ha subito comportamenti offensivi, non riguardosi o violenti da parte dei coetanei; 

  • la percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più giovani, di 11-13 anni;

  • quasi un ragazzo su cinque (19,8%) è stato oggetto di questo tipo di soprusi almeno una volta al mese, eventualità più ricorrente tra i giovanissimi (22,5%);

  • su internet sono state le ragazze a essere oggetto in misura maggiore degli attacchi dei coetanei cybernauti (24,9%); 

  • il 47,5% degli oltre 1.800 dirigenti scolastici interpellati dal Censis ha indicato i luoghi di aggregazione giovanile come quelli in cui si verificano più frequentemente episodi di bullismo, poi il tragitto casa-scuola (34,6%) e le scuole (24,4%). Ma è in internet che il bullismo trova ormai terreno fertile, secondo il 76,6%. 

 

In questo contesto le agenzie educative, le amministrazioni pubbliche e gli enti del terzo settore possono e devono rendersi attivi nel progettare iniziative, dal punto di vista preventivo e correttivo, per contrastare un fenomeno di tali dimensioni. Le istituzioni scolastiche, in prima linea nella loro attività, hanno promosso e promuovono iniziative di sensibilizzazione e di prevenzione. Molto però c’è ancora da fare in termini di educazione affettiva e relazionale che, nei nostri giovani per uno sviluppo cognitivo precoce e per i molti stimoli negativi che ricevono ogni giorno, risulta spesso carente. Oltre a questo risulta essere prioritaria un’educazione all’utilizzo consapevole dei supporti tecnologici e dei canali social. 

 

Il mondo della cooperazione sociale, che costituisce parte integrante dei servizi pubblici, nella sua missione rivolta al futuro della società deve rendersi parte attiva nell’educazione civica ed affettivo-relazionale delle nuove generazioni e delle loro famiglie. 

 

C.S.S.A. è impegnata da molti anni nei servizi di trasporto scolastico con l’obiettivo di offrire un servizio sempre qualificato che non si limiti alla semplice mobilità, bensì si impegni a supportare i Comuni e i vari enti committenti nel gestire, limitare e combattere gravi fenomeni che riguardano i più giovani. 

 

C.S.S.A. è però intenzionata ad andare oltre a quanto fatto finora e a creare nuove proposte per le amministrazioni comunali e per le istituzioni scolastiche: in particolare la Cooperativa intende proporre una serie di incontri itineranti sulla tematica del “Bullismo e Cyberbullismo” con la presenza di esperti e con una metodologia esperienziale che coinvolga ragazzi e genitori in prima persona all’interno di percorsi di formazione e informazione. 

 

Alla luce dei dati del Censis, che provano come spesso all’attivismo su questi temi non corrisponda un adeguato interesse da parte delle famiglie, C.S.S.A. si impegnerà anche in interventi di sensibilizzazione per i genitori: attraverso incontri dedicati e pubblicazioni utili a fornire maggiori informazioni sul fenomeno, al fine di evitare che segnali importanti vengano minimizzati e catalogati come meri “scherzi tra ragazzi”.

 

La speranza è che tutti possano sviluppare quegli “anticorpi” all’insensibilità ed alla depersonalizzazione dell’altro che sembrano essere i mali del nostro tempo.

 

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